IL MONITO DI MATTARELLA

Oggi a Trieste il Capo dello Stato ha messo in guardia dall’Assolutismo della maggioranza.

Bisogna rimanere coscienti dei propri limiti nell’esercizio del potere: il “dovere di governare” non può mai significare una restrizione dei diritti da parte della maggioranza nei confronti della minoranza.

È molto interessante il discorso del Capo dello Stato tenuto oggi a Trieste in occasione della cerimonia per la Settimana sociale dei cattolici.

Il Presidente, evidentemente preoccupato per un vento d’involuzione che soffia sull’Europa ed attraversa l’Atlantico. Si moltiplicano nel pianeta “democrazie affievolite e depotenziate da tratti illiberali”,

La Costituzione ricorda che il bene comune non è il bene pubblico dell’interesse della maggioranza, “ma il bene di tutti e di ciascuno al tempo stesso”.

Ora, come tutti sappiamo, il Presidente Mattarella è venuto più volte a vedere il nostro sport, sia in occasione del Golden Gala, sia recentemente ai Campionati Europei, tornando, dopo una visita ufficiale in visita privata. È un vero appassionato di sport e sicuramente segue tutte le vicende che riguardano i nostri atleti.

Non è nostra intenzione tirare per la giacchetta il Presidente, ma le sue parole sembrano veramente cadere a pennello sulla situazione che coinvolge la Federazione Italiana di Atletica Leggera, ed un po’ di riflesso il CONI.

Riflettiamo insieme: La Carta Costituzionale Italiana è per lo Stato quello che il nostro Statuto è per la Federazione. Possiamo modificarla a colpi di maggioranza e neanche qualificata? Possiamo modificare tratti fondamentali a pochi giorni dal voto, forzando tutte le procedure compresa quella dell’approvazione da parte del Presidente del CONI e non della Giunta solo ed esclusivamente per far votare le società in una data in cui non si era mai votato?

Si possono confondere le regole mischiando voti singoli con voti plurimi? Possiamo ignorare l’invito del Ministero e del CONI stesso a far trascorrere 60 giorni dalla messa a disposizione delle “regole” per le candidature e la presentazione delle stesse? Può la maggioranza della Federazione mettere in campo questo “assolutismo”? E perché lo fa? È un segnale di forza o di debolezza? Possiamo costringere Dirigenti, Tecnici, Atleti a forzare le proprie vacanze alla vigilia di quattro week end strapieni d’impegni dal trittico dei CDS fino ai Campionati Italiani Cadetti? Cosa ci impediva di votare il 13 ottobre o più avanti?

L’ennesima mancanza di rispetto per le società e per i tanti dirigenti VOLONTARI che vorrebbero una discussione aperta sul modello di Federazione che vogliamo. Sull’atletica del futuro, sul Challenge, sui Campionati Italiani, su uno streaming degno di questo nome, sul perché ancora oggi non abbiamo le sedi dei CDS Under 23 e potremmo continuare all’infinito.

Perché la FIGC, alle prese con una crisi epocale convoca la sua assemblea il 5 novembre mentre la nostra, che apparentemente non dovrebbe avere problemi viene convocata l‘8 settembre?

E se è vero che si va ripetendo come un mantra che il presidente in carica ha il 70/80% dei consensi, perché si irretiscono dirigenti consigliandoli di non candidarsi con l’opposizione, al tempo stesso si consigliano presidenti regionali di non fare passi falsi altrimenti ci saranno candidature contrapposte in regione? Perché s’inventano candidature di livello regionale per screditare dirigenti che hanno il solo torto di pensarla in maniera diversa?

Tutto tanto e troppo per non comprendere che in realtà le forze in campo si sono ribaltate e si tenta di forzare le procedure. Ma in questo modo si possono commettere molti errori e quegli errori, se fossero avallati dal CONI, porterebbero inevitabilmente l’autorità di controllo a prendere posizione.

Noi siamo decisamente con il Presidente Mattarella, contro “l’Assolutismo della maggioranza”.

Roberto De Benedittis

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