Il Seme dell’Atletica Italiana

Sono trascorsi pochissimi giorni dal termine del Campionati Europei di Atletica e non si sono ancora sopiti gli entusiasmi per questi fantastici Campionati che gli atleti ed i tecnici hanno reso storici. È doveroso destinare un ringraziamento ai due volti della nostra atletica che con un mix di volontariato e professionalità animano dal centro alla periferia il nostro movimento.

Partiamo dalle società che hanno avviato, supportato, gestito e consegnato alle maglie delle società militari ed a quella azzurra della nazionale tutti questi atleti che ci hanno fatto sognare per i sei giorni dei Campionati.

Le medaglie sono state 24 ma gli atleti che le hanno conquistate sono ben 29. Di questi, uno solo, Luca Sito è tesserato per società civili (Cus Pro Patria Milano), tutti gli altri per società militari.

Questo connubio (a volte così criticato) tra le società “di base” e quelle militari, porta alla “professionalizzazione” degli atleti che possono dedicarsi alla loro vita di atleti. Inevitabilmente ci sono poi delle eccezioni, i cali di motivazione, gli infortuni e tanti altri fattori che possono portare gli atleti “militari” a non raggiungere i risultati sperati al momento dell’arruolamento. Certamente si può migliorare ma reputo che difficilmente raggiungeremo il 100% delle Top Performance per tutti gli arruolati.

Di certo, prima di arrivare al passaggio dell’arruolamento ci sono società, tecnici, dirigenti che si sono sacrificati per poter far crescere questi atleti per tanti anni prima di vestire la maglia azzurra. un plauso ancor più grande ai tecnici che spesso sono ancora quelli di origine e che non fanno parte dei corpi militari.

Ecco, ci avrebbe fatto piacere che nelle tante parole spese per i nostri atleti, si fossero citate società (e citiamo solo le ultime altrimenti sarebbe troppo lungo) come La Studentesca Milardi (Furlani), l’Esercito Sport e Giovani (Simonelli), l’Atl. Firenze Marathon (Iapichino e Fabbri), L’Atl. Brescia 1950 (Mangione), l’Atl. Oristano (Patta), l’Enterprise Sport & Service (Fortunato), la Riccardi Milano (Tortu e Sibilio), la Bracco Atletica (Trapletti), La Virtus Lucca (Jacobs), il Cus Insubria Varese (Ali), la Silca Ultralite Vittorio Veneto (Tecuceanu), la SAF Atl. Piemonte (Arese), La Bruni Atl. Vomano (Tamberi), la Valsugana Trentino (Crippa), l‘Atl. Alba (Riva), la Casone Noceto (Selvarolo), la Bergamo Stars (Rigali), l’ASD Milone (Melluzzo), il Cus Palermo (Meli), il Cus Parma (Fantini e Scotti), la Vis Nova Giussano (Aceti), la Calcestruzzi Corradini Excelsior (Dosso), l’Atl. Valli di Non e Sole (Battocletti), l’Atl. Don Milani (Palmisano).

Un grazie a tutte loro ed anche a tutte le altre che hanno iniziato all’atletica tutti gli azzurri, anche se in questa edizione non sono riusciti ad ottenere le medaglie.

Mi permetto di segnalare l’Angelus di ieri del Santo Padre che ben raffigura l’attuale momento dell’Atletica Italiana.

Il Santo Padre nel Vangelo della liturgia ha parlato dell’immagine del seme, dell’attesa fiduciosa.

Infatti nella semina per quanto il contadino sparga ottima e abbondante semente e per quanto prepari bene la terra le piante non spuntano subito.

Ci vuole tempo! Ci vuole pazienza!

Perciò è necessario che dopo aver seminato egli sappia attendere con fiducia per permettere ai semi di aprirsi al momento giusto, ai germogli di spuntare dal terreno e di crescere abbastanza forti da garantire alla fine un raccolto abbondante.

E sotto terra il miracolo e già in atto, c’è uno sviluppo enorme ma è invisibile.

Ci vuole pazienza, e nel frattempo è necessario continuare a curare le zolle, annaffiare e tenerle pulite nonostante in superficie sembra che non succeda niente nulla.  

Se questo “Miracolo Italiano” dell’Atletica Leggera è avvenuto e perché negli anni addietro con progetti mirati e sostegni alle società di base si è ben seminato e finalmente si raccolgono i frutti.

Giacomo Leone

3 thoughts on “Il Seme dell’Atletica Italiana

  1. Proprio vero tutto caro Giacomo, anche noi siamo una di quelle società che citi e due sono gli azzurri presenti a questi campionati che sono nati e cresciuti, e che ancora ci rappresentano, così come i tantissimi altri che abbiamo portato alla maglia azzurra. Ci sono voluti almeno 10 anni per arrivare a questo e quindi prima di germogliare il seme è stato tanto sotto la terra ma è stato ben curato.

  2. Anche noi avevamo tre atlete che hanno vestito la nostra maglia, anche se non sono andate a medaglia, Dariya Derkach, Sonia Malavisi e Sofiia Yaremchuck. Sono d’accordo con l’articolo, I sacrifici che tecnici e dirigenti fanno in tanti anni che precedono l’ingresso nei corpi militari vanno quantomeno ricordati.

    1. Parole sante!!!
      Troppo spesso i tecnici, ancor piu’ se appartenenti a piccole società, vengono dimenticati e tantomeno supportati! Eppure la fucina dei futuri campioni passa da loro con tanto sacrificio ed impegno quotidiano!

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